In Italia la diastasi addominale colpisce circa una donna su 3 nel post-gravidanza

è una patologia sottovalutata che, se diagnosticata in ritardo, può portare a diverse complicazioni.

CHE COS’E’?

La diastasi addominale è una patologia sottovalutata che colpisce circa una donna su 3 nel post-gravidanza. Per diastasi si intende la separazione o discostamento patologico di parti o superfici di organi che di norma sono a contatto.
La diastasi addominale è la separazione dei retti addominali che, allontanandosi, assottigliano la linea alba, indebolendola.
La linea alba si trova tra i margini laterali dei retti dell’addome e si estende dal processo xifoideo al pube. I retti, insieme alla linea alba, garantiscono sostegno ai visceri e alla schiena e, quando questo sostegno viene meno, il soggetto noterà un gonfiore addominale, che aumenta dopo ogni pasto, e la comparsa di mal di schiena.

Diastasi addominale

La linea alba, fisiologicamente è larga dai 15 mm ai 2 cm, in base alla zona addominale di valutazione; diventa patologica quando questa larghezza supera i 2 cm diventando sempre più grave quando questa distanza supera i 3 cm.

La diastasi addominale non è sempre patologica: nelle donne, infatti, durante la gravidanza, è importante che ci sia per dare spazio al feto in grembo. E’ da considerarsi patologica quando, dopo il 12 mese dal parto, la diastasi non è rientrata.

Diastasi addominale

I vari tipi di diastasi addominale.

Inoltre, la diastasi addominale può essere completa, quando questo allontanamento coinvolge tutta la linea alba, dallo sterno al pube, sovraombellicale, maggiore distanza solo al di sopra dell’ombellico e sottombellicale, maggiore distanza solo al di sotto dell’ombellico. In una diastasi, l’ombellico è il punto più debole, infatti molti esiti di ernia ombellicale dipendono da una mancata coattivazione dei muscoli addominali durante uno sforzo (anche banale quale lo starnuto) unita da debolezza della linea alba.

La diastasi addominale è una patologia sottovalutata che colpisce circa il 30% delle donne nel post-gravidanza

Se diagnosticata in ritardo, può portare a diverse complicazioni.

In Italia, la diastasi addominale colpisce il 30% delle donne che hanno partorito; in realtà di diastasi ne soffrono anche uomini sedentari, con una bassa qualità alimentare e bambini sempre più in sovrappeso e obesi.
Prima di avere esito di diastasi, le donne girano diversi specialisti, che non sempre riconoscono il reale problema e per questo motivo passa molto tempo dal momento dell’insorgenza di diastasi fino al palesamento di una conseguenza più importante come un’ ernia ombellicale o epigastrica e non capirne il motivo.

COME RICONOSCERE UNA DISTASI ADDOMINALE

La diastasi addominale colpisce circa una donna su 3 dopo il parto e, se diagnosticata in ritardo, può portare a diverse complicazioni.
Con un esame obiettivo come l’ecografia addominale si riesce a valutare la distanza tra i due retti addominali ed è quindi lo strumento più efficace per diagnosticare la diastasi addominale. Inoltre possono essere eseguiti dei test muscolari e manuali da parte di specialisti.

SINTOMI

I sintomi tipici della diastasi addominale che possono fungere da campanello d’allarme sono:

  • abnorme gonfiore addominale dopo ogni pasto e a fine giornata;
  • movimenti intestinali percepibili e visibili sottocute;
  • difficoltà digestive e respiratorie;
  • nausea;
  • sensazione fastidiosa alla pressione della linea alba;
  • ombellico estroflesso;
  • smagliature periombellicali;
  • mal di schiena, lombalgia;
  • incontinenza urinaria anche in seguito ad un piccolo sforzo (risata, starnuto);
  • instabilità e dolore del bacino.

FATTORI DI RISCHIO

Tra i fattori di rischio che possono aumentare la possibilità di sviluppare una diastasi addominale abbiamo:

  • età;
  • multiparità;
  • parto cesareo;
  • eccessivo aumento di peso;
  • etnia;
  • posture scorrette nella vita quotidiana.

COSA FARE

E’ utile iniziare un percorso di esercizio correttivo con un chinesiologo esperto di diastasi addominale. Come detto all’inizio, la linea alba è un tessuto che collega lo sterno e il pube per le sue estremità e i retti addominali. Quindi è importante lavorare sulla respirazione per rendere la gabbia toracica il più elastica possibile e sulle instabilità o rigidità del bacino; con questo lavoro si mettono le basi per creare armonia nella forma.
Contemporaneamente si lavora per ripristinare la coattivazione addominale attraverso la ginnastica ipopressiva.

Diastasi addominale

La ginnastica ipopressiva è una metodica basata su posture e movimenti utili per l’allungamento e l’armonizzazione delle catene miofasciali, legati ad un particolare ritmo di respirazione, basato sulle esigenze della persona. Il ritmo di respirazione prevede l’alternanza di una fase di inspirazione, una di espirazione e una di apnea definita apnea inspiratoria; in quest’ultima fase si ricerca l’apertura costale in modo da rilasciare il diaframma, ridurre le pressione intraddominali e coattivare i muscoli addominali.

COSA NON FARE

Ci sono alcuni esercizi sconsigliati in presenza di diastasi addominale ed è per questo, tra l’altro, che è importante una diagnosi abbastanza veloce, per non peggiorare la situazione con allenamenti sbagliati! Ecco alcuni esercizi che possono aggravare la problematica.

Crunch: il gesto di flessione del busto partendo da una posizione supina con le gambe piegate è provocatorio per la diastasi. Infatti il crunch rientra tra i test muscolari per osservare la presenza di diastasi e l’assenza di coattivazione dei muscoli addominali. Chi ha una diastasi, o vuole autotestarsi, nel fare il crunch, noterà un aumento del volume addominale sproporzionato, descritto come qualcosa che è dentro e spinge sulla parete addominale. Quindi, tutti gli esercizi che consistono nella flessione del busto sull’anca (crunch, obliqui) o l’esatto opposto (reverse crunch) sono da non fare.

Diastasi addominale

Plank e tutte le sue varianti: il tessuto connettivo risulta assottigliato e indebolito e non riesce a sopportare pressioni o sovraccarichi senza indebolirsi ulteriormente, portando ulteriori conseguenze sull’aumento dello spazio tra i due retti dell’addome. Quindi, il plank grava sugli organi interni in termini di pressione e pesano sul tessuto connettivo già indebolito.

CONCLUSIONE

La diastasi colpisce molte donne al mondo, ma ancora oggi i mezzi che vengono forniti loro sono pochi. Ciò causa un peggioramento della situazione che spesso le obbliga ad un intervento chirurgico.
Se ti rivedi in due o più sintomi sopra descritti parlane con il tuo medico di fiducia che saprà consigliarti un esame obiettivo. Una volta diagnosticata la diastasi addominale rivolgiti a noi per iniziare un percorso personalizzato alla ricerca del benessere personale: nel nostro team abbiamo proprio un chinesiologo, la Dott.ssa Daniela Capurso, esperto in riatletizzazione della diastasi addominale.